BRUNO MUNARI

555 opere suddivise in sezioni tematiche: Rappresentazione, 129; Cartelle grafiche, 9; Quaderni, 4; Collage, 51; Percezione, 74; Luce, 19; Movimento, 22; Tecnica, 150; Trasformazione, 84; Tensione, 13; dal 1914 al 1996

(Milano, 1907 – 1998)

A partire dalla fine degli anni venti si avvicina ai gruppi del Secondo Futurismo, trovando un felice interlocutore in Enrico Prampolini. Del 1930 è la prima scultura aerea che darà luogo, nel 1933, alla serie delle “macchine inutili”. In questi anni collabora a numerose riviste e progetta lavori pubblicitari. Nel 1948 è tra i fondatori del gruppo Movimento Arte Concreta (Mac). In quegli anni nascono i “Libri illeggibili” e i “Negativi-Positivi”.

Nel 1952 i primi oggetti: due giocattoli in gomma piuma, tra cui “la scimmietta” che vince il primo Compasso d’Oro nel 1954. L’anno successivo è nuovamente Compasso d’Oro con il “secchiello portaghiaccio” e, nel 1957, ha inizio la collaborazione con Bruno Danese e Jacqueline Vodoz che porta a oggetti quali il “portacenere cubo”, le lampade “cubica”, “triangolare”, “esagonale”, “Falkland”. Nel 1962 organizza presso Olivetti la mostra di Arte Programmata. Sono degli anni 1959-1965 i multipli, oggetti estetici prodotti in serie. Nel 1967 tiene un corso sulla “comunicazione visiva” alla Harvard University, ne nasce il libro “Design e comunicazione visiva”. Del 1968 sono i primi giochi didattici, ideati per Danese con il pedagogista Giovanni Belgrano. Progetta la veste grafica per importanti collane Einaudi.

Parallelamente la sua attenzione è sempre più rivolta al mondo dell’infanzia. E’ del 1970 l’Abitacolo per Robots, Compasso d’Oro nel 1979. Nel campo del design prosegue la sua collaborazione con Danese e Robots, ma anche con Zanotta, Sabattini. I suoi libri vengono pubblicati, tra gli altri, da Laterza, Feltrinelli, Einaudi, Scheiwiller, Corraini.

Nel 1995 gli viene assegnato il Compasso d’Oro alla carriera. Le sue opere entrano nei maggiori musei del mondo.